lunedì 23 luglio 2012

Bilancio della stagione 2011/2012: il centrocampo


Arda Turan, 7,5: è arrivato un po' in sordina, penalizzato dall'origine turca e dalle conseguenti perplessità su adattabilità al calcio spagnolo, tenuta mentale e continuità. In più, in Turchia era la Star Assoluta e ci si chiedeva se sarebbe riuscito a calarsi nel ruolo del Signor Nessuno che ancora deve dimostrare tutto. Da subito ha però dimostrato di essere un grandissimo calciatore, abilissimo nel giocare a tutto campo nella zona d'attacco e nel capitalizzare al massimo ogni pallone, sempre servito splendidamente ai compagni. A mio giudizio è forse risultato più convincente con Manzano che con Simeone, che gli ha chiesto maggiori sacrifici in copertura e così lo ha privato in varie occasioni di un po' di brillantezza. D'altra parte, ha confermato di soffrire di una certa discontinuità, ma non è da escludere che abbia pagato con una flessione a metà stagione il gran lavoro svolto durante la parentesi Manzano, quando è stato praticamente l'unico a giocare con una buona continuità.
Altro grande difetto, la scarsa abitudine al tiro. Eppure, la folgore scagliata da 25 metri contro il Celtic dimostra che il problema, più che a livello fisico, sta nella testa, per cui ci aspettiamo notevoli miglioramenti anche in questo campo.

Mario Suarez, 5: in una recentissima intervista a MARCA, ha dichiarato che i numerosi fastidi muscolari gli hanno impedito di essere al livello della finale di Bucarest, livello al quale vorrebbe sempre giocare (e in effetti in quella partita è stato splendido). Purtroppo fatico a credergli. Se infatti il fatto che si sia dimostrato scarso nell'interdizione, costringendo così Diego ad abbassarsi molto per garantire un minimo di filtro e abbandonando spesso e volentieri Gabi al suo destino, potrebbe essere spiegato con le non perfette condizioni fisiche, questo non spiega la sua evidente incapacità di leggere i tempi del gioco, per cui spesso si è fatto trovare fuori posto e ha lasciato scoperta la difesa. Inoltre per tutta la stagione ha raramente giocato la palla di prima, rallentando continuamente l'azione e non cercando mai il passaggio verticale. Di fatto, il re del passaggio facile, corto e orizzontale.

Gabi, 6,5: non è un fenomeno e sicuramente sul mercato si potrebbero ottenere giocatori molto più abili, ma la sua è stata una stagione tutto sommato positiva. Buono l'inizio, impreziosito da passaggi filtranti e repentini cambi di gioco, discreto il resto della stagione, quando però l'insipienza fisica e tattica di Mario lo ha costretto a un super-lavoro di contenimento e rottura che ne ha pregiudicato la fase di impostazione. Consapevole del fatto che questo giocatore non è un regista, Simeone ha impostato tutto il suo gioco su una mediana di rottura che facesse ripartire il gioco “servendo” velocemente le mezzepunte, modulo nel quale Gabi ha mostrato buoni spunti, soprattutto coi lunghi lanci ad impostare le ali.

Koke, 7: demenzialmente ignorato da Manzano anche quando non c'era nessun altro (vedi la partita in casa col Levante), si è rifatto ampiamente con Simeone, che ha investito su di lui come vice-Diego e l'ha spesso fatto giocare sulle ali. Va anche detto che nelle pochissime occasioni fornitegli dal Goyo è sembrato un altro giocatore, lento, involuto, spaesato. Con il Cholo è stato protagonista di ottime partite, condite da passaggi filtranti e aperture illuminanti (come contro Osasuna e Besiktas), dimostrando tra l'altro una notevole intelligenza tattica, soprattutto nel gioco tra le linee. Stranamente non è mai stato impiegato nel suo ruolo abituale davanti alla difesa (dove avrebbe potuto dare un contributo di geometria e rottura, quello che a parer mio ci voleva accanto a Gabi), pur non avendo chiaramente il passo del trequartista.

Diego, 7,5: arrivato tra squilli di trombe e rulli di tamburi alla fine dell'estate, si è dimostrato molto più utile da trequartista puro che da regista, sia pure avanzato, ruolo per il quale pareva essere stato comprato. Ha sorpreso la sua volontà di agire in copertura, mentre in avanti ha mostrato i colpi che ci si aspettava da lui, inventando in diverse occasioni azioni da rete in situazioni che ormai sembravano perdute. Non sono mancate però le perplessità legate al suo gioco ancora immaturo e poco aduso alla coralità: ha spesso rallentato la manovra, portando palla mentre attraversava tutta la trequarti avversaria in diagonale e incaponendosi in inutili vezzi (i calci d'angolo sprecati con la battuta rasoterra verso il compagno più vicino, ad esempio). Nell'insieme, è anche mancato un suo più consistente contributo in fase realizzativa.

Tiago, 5,5: ha giocato poco, ma ha quasi sempre mostrato limiti assai evidenti: lento, poco mobile, in difficoltà contro gli avversari nella zona nevralgica del campo. Sembra ormai un giocatore sul viale del tramonto.

Assunçao, 5: ignorato da Simeone, è un altro ormai non più in grado di giocare ad alti livelli. Ai limiti abituali, ad esempio l'incapacità di giocare il pallone, ha aggiunto anche una mobilità ormai limitata, con conseguenze negative anche su quello che sapeva fare meglio, cioè il contrasto.

Pizzi, sv: ha giocato poche partite all'inizio, mostrando movimento, velocità, buona volontà e poco altro. Di fatto, veramente convincente solo nella partita da subentrato col Levante, nel quale ha realizzato l'unico gol della sua Liga.

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