sabato 8 settembre 2012

Le chiavi della vittoria: Simeone e il 4-2-3-1 “basculante”


Il Cholo Simeone è un grande conoscitore di calcio.
Non stupisce quindi che, saputo che non avrebbe potuto contare su Diego (anche perchè, a ben guardare, non ha poi fatto molto per trattenerlo...), abbia subito elaborato sistema di gioco differente pur nella continuità.
All'apparenza, infatti, l'Atletico si schiera sempre con il 4-2-3-1 che tanto bene ha fatto lo scorso anno, cosa che ha sempre fatto apparire ridicoli ai miei occhi gli articoli sulla nuova (???) posizione di Adrian come ala destra. Nella realtà, però, molto è cambiato.
La necessità di sostituire Diego, giocatore che non ha una chiara controfigura in rosa, ha posto una serie di problemi.


Inizialmente Simeone ha accarezzato l'idea di proporre Arda Turan come trequartista puro, ma questa soluzione non ha convinto completamente. Il turco fa girare velocemente il pallone, è dinamico e si muove a tutto campo, rispetta le consegne tattiche in fase difensiva, ma è piuttosto lento.
Un difetto non da poco nell'ambito del progetto tattico di Simeone: Diego infatti, pur con tutti i suoi difetti, era molto veloce anche in fase di ripiegamento (osservate quante volte e con che velocità scendeva fino alla linea del “doble pivote” in fase difensiva). Di fatto, la transizione del pallone verso l'area avversaria avveniva tramite Diego o i terzini, ma questo accadeva proprio perché i 3 giocatori citati erano velocissimi. Il difetto di quel sistema era un eccessivo portare palla, non tanto da parte dei terzini (è parte del loro compito “istituzionale”) quanto da parte di Diego, con un paradossale rallentamento dell'azione, in molti casi (ed ecco spiegati anche i pochi gol da centrocampo).
Il Cholo ha cercato di correggere questo difetto puntando su giocatori veloci e/o col colpo in canna, sia voluti (Rodriguez) che trovati lungo la via (Raul Garcia e Diego Costa).


Rimaneva il problema dello scarso apporto di Arda sul piano difensivo; non a causa della volontà, lo ripeto, ma per esclusiva mancanza di velocità.
Ed ecco quella che sembra essere la soluzione definitiva (già abbozzata contro l'Athletic e messa perfettamente in opera nella finale di Supercoppa col Chelsea, di cui è stata la chiave tattica): il 4-2-3-1 “basculante” che ha il suo punto di riferimento nel triangolo di centrocampo Mario Suarez – Gabi – Koke illustrato qui sotto.
A) Schieramento del centrocampo dell'Atletico Madrid contro il Chelsea
 
Dal momento che il funzionamento di questo sistema è complesso e si basa sull'interscambio tra giocatori, lo spiegherò focalizzandomi sui movimenti di ciascuno. Considerate che molti di questi movimenti possono avvenire contemporaneamente, quindi ognuno degli schemi che trovate qui sotto ha pura funzione didattica e non sempre fotografa nella sua interezza quanto avviene sul campo in una certa fase di gioco.


GABI
Molti giornali, dopo la partita col Chelsea, hanno parlato di un inedito e geniale 4-1-4-1, ingannati dai movimenti di Gabi, che di fatto si muove a pendolo tra il “doble pivote” e la linea dei trequartisti.
In diversi casi scende sulla linea di Mario, ma più spesso si muove poco più avanti, non solo in fase di costruzione ma anche in fase difensiva (B 1).
B 1) Primo movimento di Gabi

Altre volte, a sua scelta, sale palla al piede fino alla linea dei trequartisti, sfruttando poi la linea di passaggio per un Arda che si allarga o per gli attaccanti che aggrediscono gli spazi in avanti (B 2).
B 2) Secondo movimento di Gabi, a supporto dell'attacco


KOKE
Il vero fulcro, a mio giudizio, è Koke, a cui sono chiesti vari movimenti: retrocedere a destra per coprire le avanzate di Gabi (C 1), o tra Mario e Gabi per rinforzare la diga difensiva (C 2); o coprire Arda quando quest'ultimo svaria (C 3). 
C 1) Primo movimento di Koke: la copertura su Gabi

C 2) Secondo movimento di Koke: il "trivote" difensivo

C 3) Terzo movimento di Koke: il supporto ad Arda Turan
 
Non manca neppure la possibilità di allargarsi verso sinistra per aprire spazi utili agli inserimenti da dietro (il già visto schema B 2).
In questo senso, Simeone sfrutta la notevole abilità mostrata dal canterano nel gioco tra le linee e negli inserimenti, oltre che la sua grande intelligenza tattica, evidentemente ritenuta sprecata sulla linea del “doble pivote” come regista-incontrista (posizione nella quale ha iniziato la carriera e ha giocato nelle giovanili).


MARIO SUAREZ
Essenziale, in questo contesto, anche il lavoro in copertura di Mario Suarez (D 1), al quale è permesso, in taluni casi, avventurarsi in rare offensive palla al piede, naturalmente con la copertura di Gabi (D 2).
D 1) Primo movimento di Mario: la copertura davanti alla difesa
D 2) Secondo movimento di Mario: l'avanzata offensiva palla al piede


Il sistema permette così di lasciare la massima libertà ad Arda, senza però costringerlo al centro, dove il turco ha più volte detto di non sentirsi a proprio agio. Inoltre si basa proprio sulla regia “occulta” di Turan, che, con i suoi movimenti, innesca il complesso gioco di contrappesi tattici che ho illustrato. Ecco perchè Simeone ha più volte sottolineato l'importanza di Arda come vero motore del gioco e come giocatore che decide i tempi del gioco.


Questo sistema ha punti deboli?
Sì, io ne colgo almeno uno e cioè l'inadeguatezza tecnica di alcuni suoi interpreti: Mario e Gabi sono onesti mestieranti, nulla più.
In fondo basta spostarsi qualche chilometro a nord per trovare, nello stesso ruolo, gente come Khedira e Xabi Alonso, ovverosia giocatori di un altro pianeta.
Da qui consegue il vero interrogativo: riuscirà questo meccanismo tattico a supplire alle carenze tecniche che potrebbero emergere di fronte ad avversari più quotati, o dovremo sempre sperare di incontrare il Chelsea di turno, svogliato e deconcentrato e perciò cannibalizzabile già solo con il ritmo e la ferocia?
Ai posteri...

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