venerdì 28 giugno 2013

Bilancio della stagione 2012/2013: l'allenatore


Il miracolo dell'Atletico Madrid ha un nome e un cognome: Diego Simeone.

Durante l'estate ti tolgono Diego, Salvio, Pizzi, Assunçao, Antonio López, Domínguez e Perea e ti omaggiano di fenomeni come Cisma, Cata Díaz, Emre, Cebolla, Raúl García e Diego Costa. Cercano continuamente di vendere il tuo migliore attaccante per tutta la stagione. Evitano accuratamente di prendere giocatori utili alla causa. E tu che fai? Atteso al varco da tutta la Spagna, ti inventi una squadra dura, tosta, mai doma, rotta a ogni sfida, capace di portarsi a casa due coppe e di lottare fino a gennaio con un Barcellona stellare.

In questa squadra di giocatori capaci di giocare al massimo delle proprie possibilità c'è, insomma, la mano del Cholo (e del Profe Ortega, bravissimo a dare una preparazione fisica di altissimo livello). Fino a dicembre-gennaio la squadra ha girato come un orologio, offrendo anche un buon calcio, basato, più che sulla fantasia (tolto Arda, non rimane granché...), su triangolazioni veloci; nel 2013, complici la panchina corta e le carenze tecniche, ci si è progressivamente occupati di gestire il vantaggio, con prestazioni spesso orribili ma efficaci. Ciliegina sulla torta, aver impedito la vendita di Diego Costa e averne fatto il punto di forza e il generatore di imprevedibilità della squadra.

In mezzo a questo sfavillio di luci, non sono mancate, a mio giudizio, diverse ombre:

In primo luogo, non ho affatto gradito la discutibile scelta di sacrificare l'Europa League sull'altare del terzo posto in campionato. Simeone ha più volte fatto capire che, senza questa eliminazione, difficilmente i colchoneros sarebbero arrivati a vincere la Coppa del Re, ma io non mi trovo d'accordo: l'anno scorso non abbiamo vinto una Europa League giocando ogni tre giorni e con l'acqua alla gola per l'orrendo girone d'andata di Manzano? Quest'anno si trattava di gestire un vantaggio abissale in campionato e andare avanti il più possibile nelle altre due competizioni: a parer mio, era fattibile e non ci avrebbe impedito di vincere la Coppa del Re.

Ancora, non ho visto tutta l'attenzione verso i giovani di cui il Cholo ha sempre parlato. Passi per Oliver Torres, sottoposto a uno specifico programma di rafforzamento muscolare che lo ha sottratto all'Atletico B senza renderlo disponibile per la squadra maggiore (con evidenti benefici per il giocatore); però le poche occasioni date a Saul e Manquillo mi hanno indispettito, considerato che i due occupano posizioni delicate nel nostro scacchiere. A centrocampo siamo scarsi di numero, sulla fascia destra Juanfran non era al massimo e avrebbe avuto bisogno di qualche pausa. Inoltre, vista la scarsità di giocatori in avanti, una fascia destra che potesse contare sulla coppia Juanfran (avanzato) – Manquillo non sarebbe stata affatto male.

Infine, il tema del doble pivote. Continuo a non capire l'insistenza nello schierare Koke tra i tre davanti invece che come centrale, considerato lo scarso livello tecnico di Gabi e Mario.

Comunque il Cholo Simeone, vista la difficoltà di ripetersi, si merita 9,5

2 commenti:

  1. Simeone es la base del At.Madrid, pero puede enfadarse mucho si no le dan lo que pide.

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